Nulla è per caso

In quel periodo mi dedicavo alla recitazione, commedie per la precisione, il mio personaggio preferito era “Rosaura”, la protagonista innamorata, mi riusciva bene interpretarla, forse perché anche io fondamentalmente sono una perenne innamorata, un’innamorata della vita.

 

Mi allenavo duro col mio corpo per potere assumere le movenze e le caratteristiche mimiche dei personaggi della commedia, non potevo immaginare quello che mi sarebbe capitato e avrei dovuto affrontare da lì in poi.

Tutto ebbe inizio con una febbre altissima e con un dolore lancinante che ha iniziato ad avvolgere a poco a poco il mio corpo, fino a prenderne pienamente possesso. Era come se spilli e chiodi si insinuassero dentro di me, e nulla e nessuno riusciva anche semplicemente a sfiorarmi senza farmi male.

Al dolore si aggiunse la rigidità, ero impossibilitata a muovermi e da ché il mio corpo riusciva con movenze di ogni tipo, capriole, salti e verticali a raccontarsi, in quel momento era paralizzato, immobile e muto.

Da allora nulla più è stato come prima, ogni prospettiva era diversa, ogni cosa incerta, tutto all’improvviso, senza la possibilità di abituarmi, capire e accettare.

Iniziò il mio calvario fatto di ricoveri ospedalieri ricorrenti, visite specialistiche, esami di ogni tipo in cui il mio corpo fu controllato in ogni modo e maniera, ma nessuno riusciva a capire e mi diceva cosa avessi, cosa mi stesse succedendo. E in assenza di risposte era facile per i medici additare tutto quanto alla mia mente stanca ed esaurita. Per loro era tutto frutto della mia testa, una malattia immaginaria, una condizione che la mia follia mi portava a fare emergere: parole sentite spesso da medici a cui mi aggrappavo con fiducia e che puntualmente non esitavano a buttarmi nel barato.

Immaginate anche solo per un attimo quanta frustrazione e sofferenza ho provato, di fronte a tutto questo. Ancora oggi mi chiedo come ho fatto a essere così forte da non permettere alla malattia, e soprattutto alla sua gestione completamente errata di essa da parte del personale sanitario, di farmi impazzire per davvero. Sono riuscita nonostante tutto a mantenere il mio equilibrio, la consapevolezza, la lucidità di continuare a ricercare il mio male, perché io ero l’unica che capiva e che sapeva che qualcosa realmente mi stava colpendo.

Ci sono voluti sette lunghissimi anni per arrivare alla diagnosi, anni di sofferenza fisica e mentale, una sofferenza che mi ha cambiato, ma che non mi ha distrutto completamente, perché avevo un obiettivo che volevo a tutti i costi raggiungere:capire ciò che avevo e combatterlo.

Non ho perso mai il sorriso, la mia arma per eccellenza, e a chi mi chiedeva come facevo a reagire, rispondevo che prima o poi avrei trovato il perché di tanta sofferenza e avevo ragione.

Oggi sono consapevole della mia Fibromialgia, la mia conoscenza in merito mi ha permesso di combatterla, ho imparato e voluto non solo gestirla, ma anche accettarla. Perché solo quando conosci davvero il tuo nemico puoi combatterlo e vincere.

Nulla è per caso e tutto ciò che succede ha un senso, senza questa enorme sofferenza non sarei stata in grado di mettere a disposizione la mia esperienza, il mio vissuto, per aiutare gli altri che vivono la mia stessa realtà, ma che brancolano nel buio, nella paura e che non sanno o che non hanno la forza per farcela da soli.

Capire e percepire ciò mi ripaga e dà un significato a tutti quei momenti che mi hanno segnato, ferito, sicuramente per sempre, ma che hanno dato inizio alla seconda parte della mia vita, migliore, dove sicuramente tutto ha un significato, un valore più profondo e vero.

Dire grazie alla fibromialgia forse è una forzatura, ma posso dire grazie a me stessa per aver permesso che dal dolore, dalla sofferenza e dal pianto venisse fuori una reazione positiva che fosse di esempio e di aiuto per gli altri, questo sì.

Oggi sono la vicepresidente di un’Associazione che tutela e supporta i pazienti fibromialgici, ma in primis sono una paziente, un esempio, una guida e un punto di riferimento per tutti loro. E aiutarli è per me la miglior terapia, efficace e risolutiva, contro la fibromialgia.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *